Tennis: impara l’attacco
Ecco una lettura dedicata all’attacco. Il tennis è uno sport tecnico in cui è decisiva l’impostazione tattica.
Gli schemi di gioco e i comportamenti dei giocatori in campo contribuiscono nel determinare il risultato.
Focus sull’attacco
Quando si attacca, con i piedi dentro il campo, la chiave è compiere uno swing più lento e colpire con maggiore forza e accelerazione.
Prima dell’impatto, ”spingi” il tuo peso verso la palla, in modo da ottenere una collisione perfetta. Impiega pochissimo il topspin.
In allenamento, prova ad eseguire un colpo in topspin con la testa della racchetta aperta, con un angolo superiore ai 90°: le prime volte la palla finirà estremamente alta, non perché la testa della racchetta era aperta ma perché lo swing era ancora troppo orientato dal basso verso l’alto.
Quando troverai il giusto timing, allora otterrai un impatto pulito.
Lo schema ideale in fase di attacco non è cercare il vincente al primo diritto disponibile. I rischi, soprattutto nel tennis amatoriale, sarebbero troppo elevati.
Soprattutto sulla terra, bisogna muovere l’avversario in attesa di una palla più corta, vicina a rete e più semplice da giocare.
Quando l’avversario gioca una palla corta, al centro del campo, ci sono diverse soluzioni per chiudere il punto:
1. giocare il vincente. La palla deve essere colpita quando è ancora sopra il livello della rete. Nell’esecuzione del colpo, occorre appiattire la traiettoria, per ottenere un colpo penetrante. Dopo il colpo, si deve raggiungere immediatamente la rete, per chiudere il punto. Il vincente va giocato quando ti senti sicuro e l’avversario è fuori posizione.
2. giocare l’approccio: se non ti fidi di giocare il vincente, o sei costretto a colpire la palla sotto il livello della rete, ti conviene giocare un approccio. L’ideale è sempre impattare all’apice del rimbalzo della pallina, al culmine della fase ascendente e sopra il livello del net: si riesce ad evitare più facilmente la rete e le opportunità di angolare il colpo sono maggiori.
La chiave è allenare l’abilità di punire i colpi corti dell’avversario: l’approccio va giocato quasi piatto e penetrante, affinché la palla resti bassa.
Questo permette all’attaccante di preparare una comoda volée, non lasciando all’avversario il tempo di coordinarsi per giocare il passante. Soprattutto sulla terra, è più importante curare l’approccio e la posizione piuttosto che preoccuparsi di raggiungere il più rapidamente possibile la rete, magari con appoggi precari. E’ meglio evitare l’approccio in slice: troppo lento e quindi poco efficace.
Tuttavia l’approccio slice offre al giocatore attaccante più tempo per raggiungere la rete e tiene il rimbalzo basso, costringendo l’avversario a tentare il passante colpendo una difficile palla dal basso verso l’alto.
Tale approccio è usato solo da chi si sente molto sicuro sotto rete.
Nelle categorie amatoriali, la seconda palla di servizio dell’avversario è spesso lenta e poco angolata. Questa palla può essere l’opportunità ideale di pratica per l’approccio, sebbene venga generalmente trascurata. Oltretutto, facendo pressione sulla seconda palla, l’avversario cercherà di mettere in campo più prime palle. Per fare ciò, dovrà prendersi meno rischi e la sua prima palla sarà notevolmente rallentata. In particolare sul veloce, questo è un bel vantaggio per il ricevitore.
I 5 più comuni ERRORI NELL’APPROCCIO
1. Giocarlo lento e con un rimbalzo alto, a causa dell’eccessivo topspin
2. Guardare il campo avversario prima di impattare la palla
3. Giocarlo verso l’avversario: occorre costringerlo a giocare passanti in corsa
4. Venire a rete con la testa della racchetta bassa: in ritardo e poco preciso
5. Giocare uno slice troppo prevedibile e poco angolato
Alcuni giocatori tendono a giocare l’approccio in posizione frontale (open stance).
Tale scelta costringe a giocare la prima volée in posizione più arretrata, a causa della mancanza di spinta in avanti.
Altri giocatori imprimono più correttamente un’ accelerazione lineare (closed stance) tale da offrire alla palla più spinta in avanti e meno forza rotazionale.
Tale scelta consente loro di giocare la finalizzazione dell’approccio, ovvero la volée d’anticipo del passante avversario.
La soluzione migliore è quella di raggiungere il net il più velocemente possibile, così da coprire il maggior numero di angoli per i passanti.
3. la volée d’approccio. Il terzo modo di gestire la palla corta, è semplicemente quello di non farla rimbalzare, soprattutto quando la palla è alta e lenta e l’avversario ripetutamente effettua questo colpo quando si trova in difficoltà.
La soluzione più affidabile è giocare la volée slice, che resta sempre bassa. Ciò toglie all’avversario il tempo di recuperare, riduce il rimbalzo e obbliga ad una risposta scomposta.
Il punto di contatto, nella volée normale è più avanzato e l’impatto avviene tra le anche e le spalle. Nella volée alta, la palla deve essere quasi accompagnata e dunque deve restare sulle corde per un tempo maggiore. In entrambe le volée si può dire che l’impatto si trova all’altezza delle spalle e non si deve mai attendere che la palla scenda sotto il livello del net. Lo sguardo è sempre focalizzato sulla pallina al momento dell’impatto. In ogni caso, chi vuole attaccare, deve giocare d’anticipo, colpendo la palla mentre è ancora in fase ascendente. In tal modo il colpo tornerà indietro in un tempo minore.
Le palle corte, lente e alte giocate dall’avversario vanno anticipate e colpite all’altezza della cintola, non delle spalle. Anche le palle con forte rotazione ad uscire vanno anticipate, con un movimento diagonale, diretto verso il campo.
Dopo il colpo d’ anticipo, occorre seguire subito a rete oppure ritornare immediatamente dietro la linea di fondo. L’importante è non rimanere a tre quarti campo, colpendo col peso all’indietro.
A scopo didattico, valido anche per gli adulti principianti, per rinforzare l’idea di trasferire il peso del corpo sul piede anteriore, si può trascinare in avanti, dopo l’impatto, il piede posteriore (non troppo in avanti altrimenti si perde molto tempo per reagire al colpo successivo).
Per giocare d’anticipo, come suggerisco spesso, ovviamente occorre una buona reattività di gambe e di piedi (footwork). Il tennista può giocare in allenamento dei set in cui si è ”obbligato”a rimanere coi piedi all’interno della riga di fondo, per abituarsi a trovare il ritmo giusto.
Anche la demie-volée è un valido e raffinato colpo di anticipo, quando ci si trova al centro del campo, pronti a finalizzare.
Tale colpo riduce il tempo tra un colpo e l’altro, sorprendendo l’avversario. In alcuni casi tuttavia è preferibile, se possibile, giocare la volée bassa. Spesso infatti è difficile perfezionare l’intensità e la direzione di una demie-volée e il colpo eseguito risulta una palla semplice per l’avversario, contrariamente all’obiettivo cercato. In quei casi non bisogna né defilarsi né indietreggiare né tantomeno cercare di fare il ”portiere”. Piuttosto occorre coprire maggiormente il passante incrociato, essendo quello lungolinea più difficile da effettuare.
Non bisogna, in nessun caso, anticipare il movimento di contro – risposta.
A tal proposito, un esercizio che si può proporre – e qui mi rivolgo agli allenatori – come metodo di apprendimento. Per chi gioca con il compagno o con un palleggiatore: chi guida l’esercizio lascia cadere una pallina e l’esecutore, senza ”aprire” molto, le colpisce appena rimbalzano. Questo esercizio migliora la prontezza dell’avambraccio e il timing generale.
Il braccio e la racchetta sono posizionati dietro la palla, la schiena rimane eretta, il braccio sinistro (per un destrorso) avanza simultaneamente al destro, la gamba posteriore resta piegata, lo sguardo è focalizzato sulla palla e l’impatto è sempre avanzato.
Provate a sperimentare! Buon tennis a tutti!