Tennis Giovanile!
Quali sono gli elementi essenziali per svolgere una corretta preparazione atletica, specifica al tennis in ambito giovanile?
In questo articolo, illustrerò i punti chiave! Buona lettura
Tra i lettori del sito, certamente ci saranno genitori di giovani tennisti di buone speranze, allenatori desiderosi di apprendere quali sono i mezzi di allenamento e gli obiettivi per la preparazione atletica nel tennis giovanile.
L’argomento è decisamente ampio e apre a moltissime strade, nella trattazione.
In questo articolo farò riferimento alle considerazioni teoriche e pratiche sulla preparazione atletica da svolgere verso un giovane o una giovane tennista (c’è differenza tra i due sessi), nella fascia tra i 14 e i 16 anni.
Naturalmente farò riferimento alla categoria di praticanti che hanno già deciso di investire il loro tempo e le loro energie nel tennis, nella speranza di fare un bel salto di qualità negli anni.
Quindi, le considerazioni dell’articolo si rivolgono a chi pratica almeno tre giorni alla settimana, gioca diversi tornei all’anno e ha deciso di investire in una precisa programmazione dei carichi di lavoro e degli obiettivi da conseguire, nel breve e nel medio termine.
Giovane tennista: aspetti positivi
Un fisico giovane apprende in fretta e modifica la struttura in poco tempo.
I ragazzi hanno anche ottime capacità di recupero, molto più rapide rispetto ai praticanti adulti.
Un ragazzo o una ragazza in crescita, quasi sempre manifesta un entusiasmo nella pratica degli allenamenti, se lo sport che ha scelto è quello giusto: la passione aiuta, in molti casi, a superare la lunga disciplina e la richiesta di ampio tempo di addestramento.
Chi è un giovane allievo, poi, nella maggior parte dei casi, trova maggiore disponibilità di coach pronti a seguirlo: gli allenatori sono, spesso, molto più motivati a seguire un ragazzo in crescita piuttosto che un adulto già formato, ormai con poche speranze di “emergere”.
Questa situazione aiuta certamente il giovane allievo ma penalizza, di contro, il tennista ormai non più in età giovanile che, magari, vorrebbe accedere agli stessi strumenti e alle stesse metodologie di allenamento: non può praticarle perché gli impegni lavorativi e famigliari tolgono, molto spesso il tempo necessario per realizzarle con profitto e serenità.
Giovane tennista: aspetti negativi
Sui giovani tennisti, che fanno intravedere qualche speranza di poter accedere, nel tempo, ad un tennis di maggiore livello, ci sono sempre molte pressioni: allenatori desiderosi di farli partecipare a moltissimi tornei, preparatori atletici che “spremono” le energie dei malcapitati, con la speranza che così “diventa più resistente e forte”.
Non è trascurabile nemmeno la pressione delle famiglie, spesso alla ricerca di ogni dettaglio che possa far migliorare il proprio giovane atleta.
Quindi, gli aspetti negativi sono sostanzialmente tre.
Il primo è legato la mancanza di pazienza, al timore che “non bisogna aspettare”, perché altrimenti “si perde”: le conseguenze dirette sono la ricerca di una programmazione agonistica serrata e “in apnea” con pochissimi momenti per rifiatare e costruire, sia tecnicamente sia, soprattutto fisicamente.
Il secondo aspetto controverso è quello di “alzare le aspettative”: se vincono un torneo, non necessariamente sono diventati campioni. Mantenere la concentrazione significa avere la capacità di sposare un progetto, per un buon periodo e non avere la fretta di cambiare soltanto perché qualche risultato è stato ottimale oppure, al contrario, perché non si è arrivati all’obiettivo.
Il terzo aspetto è legato alla programmazione: come si può migliorare una qualità se, con una serrata sequenza di tornei, appuntamenti importanti, gare a squadre, non si ha il tempo di digerirla.
Può avere senso allenarsi un paio di settimane atleticamente, con serietà e organizzazione e poi, per un paio di mesi praticare solo tornei, con pochissimi richiami atletici, blandi e conditi spesso da qualche esercitazione di allungamento e di defaticamento?
Il preparatore che lavora e programma l’attività dei giovani tennisti, poi ha un altro problema, metodologico: quanto può servire una preparazione atletica somministrata a gruppi eterogenei?
Il lavoro ottimale è differenziato, selettivo e modulato verso le esigenze del singolo.
Talvolta, i preparatori che lavorano nelle realtà quotidiane delle accademie sono in difficoltà a causa dell’elevato numero di allievi nella stessa sessione: chi recupera, chi gioca tornei, chi è infortunato, chi arriva a stagione inoltrata, etc.
Dopo queste opportune considerazioni, vi illustrerò sulla base della mia esperienza, in forma sintetica, i più comuni dubbi sulla preparazione atletica giovanile, soprattutto per la fascia di età tra i 14 e i 16 anni.
L’allenamento con i pesi
E’ sicuramente importante introdurre un valido lavoro di potenziamento, attraverso l’impiego dei sovraccarichi, in forma guidata e progressiva.
Non si devono avere timori: se alcuni giovani si fanno male con l’impiego della pesistica, il motivo principale è legato allo scarso apprendimento delle tecniche esecutive, correlato a una errata gestione dei carichi.
Questa è l’eta nella quale serve moltissimo conoscere le prime basi per una futura introduzione della pesistica.
Attenzione, non si deve commettere l’errore di ritenere che l’allenamento con i pesi risolva interamente la preparazione atletica e che quindi sia necessario “chiudere” i ragazzi tra le macchine e i manubri.
Se ci sono problematiche anatomiche e strutturali che sconsigliano l’impiego dei pesi, è giusto contestualizzarle.
La pesistica dunque è uno strumento complementare alla preparazione atletica, che può risolvere l’obiettivo del miglioramento della forza, tanto cara al tennis moderno.
La prevenzione e l’allenamento funzionale
Qui è importante, e non è un aspetto scontato, distinguere tra contenuti della preparazione atletica e contenuti della rieducazione funzionale. Simulare qualche diritto a vuoto su una tavoletta non significa svolgere la preparazione atletica: è invece un contenuto della riabilitazione o un dettaglio in più che si può approfondire soltanto dopo che si è fatto il resto.
Un giovane tennista deve possedere ottime doti di forza esplosiva, una valida forza generale e al contempo mobilità del tratto scapolo-omerale e un tronco forte in grado di sostenere le rotazioni continue ed impulsive richieste dalla velocità del gioco.
Quindi un giovane tennista sano corre, balza, lancia la palla medica, cura le spinte e gli appoggi, fortifica il tronco con esercitazioni isometriche ed esplosive.
La preparazione atletica giovanile quindi è da intendersi come un supporto fisico al lavoro tecnico in campo: non è compito del preparatore emulare la tecnica ma è una sua missione migliorare le qualità fisiche, al servizio dello sport tennis.
I mezzi di allenamento consigliati
Se il giovane tennista è motivato e pronto ad allenarsi, i mezzi di allenamento devono essere chiari.
Qualcuno potrà stupirsi ma bisogna ricondurre i contenuti della preparazione atletica giovanile agli stretti obiettivi del tennis giovanile moderno: spostarsi rapidamente, avere ottime doti di esplosività, resistere agli scambi prolungati, possedere le spalle e il tronco forti, per “tirare forte”.
Ogni preparatore ci può mettere la varietà e la fantasia ma i mezzi e i contenuti di allenamenti sono pochi ed essenziali: miglioramento della forza attraverso i balzi su ostacoli e gradoni (aumentano la forza reattiva e la forza esplosiva); miglioramento della forza del tronco e degli arti superiori (lanci dinamici della palla medica); allenamento delle qualità aerobiche attraverso la corsa di resistenza (non sarà necessario correre per molti minuti) attraverso l’impiego di interval training, fartlek e brevi ripetute di corsa.
Poi, a seconda del tempo a disposizione e delle necessità specifiche, c’è la possibilità di esplorare tutte le esercitazioni specifiche per il tronco, il torchio addominale e il busto.
Per la brevità dell’articolo, rimando a prossimi numeri, per entrare nel dettaglio della formulazione di alcune sedute di esempio.
I mezzi di allenamento dovranno essere concatenati tenendo conto che le qualità che non si stimolano, si deallenano: quindi, attivare la forza esplosiva per qualche giorno e poi metterla in un cassetto per qualche settimana non è certamente una scelta corretta.
I giovani tennisti, poi fanno un grande lavoro sul campo e quindi non serve produrre lunghe ed estenuanti sedute di preparazione atletica: all’interno di un’ora di attività, si può fare tutto, dall’attivazione al defaticamento.
Conclusioni
Svolgere la preparazione atletica al tennis per giovani, tra i 14 e i 16 anni, è certamente un compito tosto: spesso giocano molto e quindi può diventare arduo costruire le abilità con regolarità e costanza. Il preparatore però deve avere le idee chiare: prendere una direzione e seguire una programmazione rigorosa. “Fare tanto” non serve a molto: fare “poco e bene” serve tantissimo.
I mezzi di allenamento sono pochi ma essenziali.
Se un giovane tennista ha problemi a svolgere il lavoro atletico, perché infortunato, segue un percorso differenziato e con il giusto carico.
Se è sano e in forma, deve allenarsi, senza perdersi in lunghe e improduttive sedute di allenamento, generiche e blande.
L’abilità del preparatore sarà quella di personalizzare il lavoro, quando possibile e di valutare i progressi con il fondamentale apporto del coach, a cui domandare aggiornamenti sull’andamento e con cui concordare obiettivi e risultati attesi.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista IL TENNIS ITALIANO di novembre 2017.
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