Le tipologie di tennista amatoriale
Gentilissimi lettori, ecco un articolo in cui potete, in parte, riconoscervi!
Questa rassegna prende in esame le tipologie astratte di tennista a livello amatoriale.
In realtà chi gioca è spesso una combinazione percentuale delle varie tipologie, ma solo comprendendo a fondo le proprie componenti si può evolvere verso una dimensione scientifica ed equilibrata della pratica sportiva. Nessuno dovrà rammaricarsi se dovesse identificarsi con una tipologia descritta in seguito.
Come affermo spesso, è fondamentale la presa di coscienza per modificare un comportamento.
Se una persona in sovrappeso, non riconosce di esserlo e non ha mai avuto la volontà di guardarsi attentamente allo specchio, come può pensare di modificare radicalmente la propria condizione?
Tutto parte da una presa di coscienza, fondamentale anche per monitorare i cambiamenti nel tempo e per evitare di ricadere nella stessa condizione o nello stesso comportamento.
Torno alle tipologie di tennista amatore che ho classificato in base alla mia esperienza di allenatore.
Il Socio (per rispetto e devozione citato con la lettera maiuscola)
Trascorre molte ore al giorno nel Circolo in cui gioca.
Molto spesso non lavora, lavora saltuariamente, è in pensione oppure in bassissima percentuale, ha la possibilità di vivere di rendita.
Nella quasi totalità dei casi è uomo, in quanto la donna è spesso impegnata in faccende familiari e organizzative.
Vive interamente la giornata del Circolo: doppio mattutino con i compagni di sempre, a seguire colazione ricca e sostanziosa al bar.
Dopo qualche ora di conversazione con amici di fronte al televisore che trasmette interminabili match di tennis, inizia la fase pomeridiana: doppio misto sotto la calura estiva, sotto lo sguardo dei Soci – compagni veterani che assistono seduti e riparati dal sole.
Il Socio gioca a tennis per passatempo.
Sul piano fisico, è quasi sempre in sovrappeso.
Il tennis è l’occasione per trascorrere giornate senza oggetti reali di interesse.
Il Socio, nella maggior parte dei casi, non ha quasi mai una visione equilibrata dello sport: gioca sempre a bassa intensità, teme di stancarsi, si sovralimenta, non svolge un adeguato riscaldamento muscolare e non ha interesse a migliorare il proprio livello di gioco, perché i suoi compagni di allenamento sono sempre gli stessi da molti anni e…in fondo, perché dovrebbe faticare?
Il confuso
E’ la tipologia più frequente, purtroppo.
E’ un aspirante sportivo.
Vorrebbe praticare con successo molte discipline.
Il tennis, per lui o per lei, è uno sport come un altro.
Non è uno sportivo FINALIZZATO: il lunedì ama correre (“non levatevi il jogging settimanale”, il mercoledì trova il tempo per un match di tennis con gli amici, il giovedì non può mancare alla tradizionale partita di calcetto con i compagni del Liceo (avete presente il ritmo delle partite delle vecchie glorie anni ’40?) la domenica in sella alla bici da strada per il scenografico giro della Collina che dura ore e si conclude con un pasto al ristorante.
Il confuso è per definizione incostante: potrebbe giocare a tennis tutti i giorni per un mese, salvo abbandonarlo per tre o quattro mesi, dedicandosi ad altri passatempi transitori.
Questo è anche il pericolo di questa scelta.
Il confuso sportivo è quasi sempre il risultato di una personalità senza idee precise e senza un progetto definito: inizia molte avventure (personali, affettive, lavorative) con entusiasmo e slancio ma non raccoglie quasi mai i frutti e quindi abbandona alla ricerca di nuovi stimoli.
Il tecnico
E’ senz’altro un amante del tennis.
Tuttavia il suo amore è orientato verso aspetti secondari dell’attività sportiva.
Segue match internazionali per ore davanti al televisore. Conosce a memoria il numero di diritti incrociati e vincenti tirati dai giocatori che hanno disputato il torneo di Wimbledon, da Rod Laver in poi.
Fantastico.
Nell’allenamento cerca senza successo di riprodurre fedelmente il diritto lungolinea del campione visto il giorno prima, con risultati penosi.
Conosce a memoria i “colpi” di tutti i primi cento giocatori del ranking mondiale.
E’ attento a dettagli insignificanti: le scarpe sono le stesse che indossa il vincitore del Roland Garros, la racchetta è quella costosa che gli ha consigliato il suo negoziante che magari incorda racchette per alcuni professionisti.
Il “tecnico” affronta poche partite e quando gioca vince raramente.
Non ha schemi di gioco, pensa agli appoggi, ai passi specifici, al movimento finale della racchetta, ragionando più come un biomeccanico piuttosto che come un giocatore di tennis. Impazzisce per sedute di videoanalisi e ritiene che migliorando la tecnica possa vincere contro chiunque, anche in età adulta.
Questo tipo di tennista amatore deve imparare a costruirsi una precisa idea di gioco, praticando un tennis realistico e concreto.
La tecnica per il giocatore adulto, per ragioni neurofisiologiche, purtroppo è poco plasmabile.
Se si ha poco tempo a disposizione occorre impiegarlo giocando e in parallelo, costruendo un fisico forte, asciutto e preparato allo sforzo.
L’agonista
Ci stiamo avvicinando alla tipologia ideale.
L’agonista si allena con regolarità con una intensità quasi sempre medio – alta.
Sceglie una racchetta personalizzata, senza influenze esterne di istruttori o negozianti interessati.
Talvolta affronta le competizioni con un grado eccessivo di tensione agonistica: un’eventuale sconfitta gli crea una forte demotivazione che spesso abbassa la qualità della sua vita personale.
L’agonista è portato a giocare molte partite ravvicinate, anche in condizioni di affaticamento.
Questa condizione può causargli infortuni da sovraccarico dai quali guarisce in tempi molto lunghi, anche a causa dell’incapacità a rimanere fermo e ad accettare il riposo come terapia.
L’agonista ha un comportamento rigoroso verso lo sport: trascura la famiglia, abbandona le amicizie e vive il tennis come una religione insostituibile.
Il match è la situazione di maggior carico: ogni palla è una lotta, ogni game è una battaglia.
Così facendo, ogni incontro comporta un eccessivo impiego di risorse fisiche e mentali che rendono l’agonista nervoso e irritante nel rapporto con gli amici, i parenti e i colleghi di lavoro.
Sul piano alimentare è generalmente un soggetto attento e preparato: talvolta si concede qualche delizia, caloricamente eccessiva ma poi sa che potrà recuperare questa eccezione con un buon numero di ore di tennis ad alto impegno metabolico.
Il tennista amatore ideale
Eccoci alla tipologia desiderata. Il vero tennista è organizzato: conosce quali allenamenti svolgere e come programmare i propri impegni stagionali.
Gioca in giorni diversi con differenti compagni, per variare le proprie soluzioni di gioco in maniera efficace.
Non ama discutere di tecnica ma vuole sperimentare soluzioni tattiche vincenti, perchè sa che a quarantanni, a meno di essere principianti, conta giocare e capire il gioco.
Possiede un chiaro e consolidato impianto di gioco che riesce a variare in base all’avversario.
L’amatore ideale ama il tennis e riesce a viverlo come una passione: non trascura la famiglia, coltiva le amicizie e se per qualche motivo non riesce a giocare (impegno, infortunio, malattia, impraticabilità di campo) non impazzisce ma attende con pazienza che tutto sia felicemente rientrato.
La sconfitta non lo rovina psicologicamente: riflette sugli errori commessi, trae insegnamenti da ogni match e riconosce le qualità dell’avversario.
L’amatore ideale impara a gestire le proprie strategie di recupero fisico: controlla l’alimentazione, senza rigore e svolge costantemente sedute di preparazione fisica complementare al tennis, per allenare i sistemi di supporto atletico al gioco del tennis.
L’amatore ideale gioca con una racchetta personalizzata.
Ascolta le opinioni dei tecnici o degli esperti ma poi sperimenta e compie le scelte in autonomia.
I giocatori di tennis, a qualsiasi livello, partecipano in diversi periodi dell’anno alle competizioni a squadre.
L’amatore ideale è un punto di riferimento per il gruppo, talvolta anche più del capo squadra: è puntuale, è presente, salvo impedimenti forzati, vuole cementare bene l’intesa con i compagni, non perde la testa in situazioni difficili e riesce sempre a mettere tutto l’impegno personale a disposizione.
Il tennista amatore ideale vive con serenità la pratica sportiva e da essa ottiene validi benefici sul piano salutistico.
Il suo atteggiamento verso lo sport lo premia anche in età avanzata quando molti hanno abbandonato per mancanza di stimoli e di motivazioni o per incapacità fisica oppure sono passati dalla pratica di intense partite alle più comode “passeggiate” degli incontri di doppio, senza faticare troppo.
Buona lettura. Un saluto dal vostro trainer Lorenzo!